Dipendenza da videogiochi e internet : le misure dei Tribunali

APS/ maggio 15, 2025/ Sentenze Utili/ 0 comments

Adottate misure sempre più incisive per affrontare la dipendenza da videogiochi e internet tra i minori, trattandola in modo simile ai casi di abuso di sostanze stupefacenti.

Spesso sono i genitori a segnalare la situazione ai servizi sociali, soprattutto quando il comportamento dei figli diventa violento a causa dell’uso incontrollato del web.

Di recente, è intervenuto con Ordinanza del 22 aprile 2025 il Tribunale per i minorenni che ha disposto non solo il collocamento in comunità di un ragazzo di 14 anni, ma anche il suo ricovero coattivo in un ospedale specializzato, se necessario con l’uso della forza pubblica e di un medico. Un provvedimento drastico che arriva dopo che la madre del minore le aveva provate tutte per aiutare il figlio, senza riuscirci. Il ragazzo aveva una «evidente dipendenza da device», aveva smesso di andare a scuola, non aveva più amici ed era diventato violento nei confronti della madre. La donna aveva allertato la scuola e i servizi sociali del Comune, ma la situazione non era migliorata. deciso per il collocamento in comunità e il ricovero coattivo per alcuni giovani, nel tentativo di arginare il problema-

In passato, casi simili di dipendenza da videogiochi e internet tra i minori hanno già richiesto l’intervento della magistratura. A Bari, un ragazzo di 16 anni con una forte dipendenza dai videogiochi è stato collocato in una comunità con il supporto del Serd, il servizio per le dipendenze, per facilitare il suo percorso di recupero. Tale provvedimento si è reso necessario dopo che i metodi meno restrittivi, come la presenza di un educatore domiciliare, si erano dimostrati inefficaci.

Anche la Corte di Cassazione, già nel 2013, aveva riconosciuto l’esistenza dell’Internet Addiction Disorder (IAD) e i suoi gravi effetti psicologici, sottolineando come nei casi estremi questa dipendenza possa compromettere le capacità cognitive e volitive. Segnali d’allarme tipici includono disturbi del sonno, ansia sociale e un calo nel rendimento scolastico, che in situazioni critiche possono evolvere in allucinazioni o disturbi della personalità.

In alcuni casi, a peggiorare la situazione contribuiscono le crisi innescate da separazioni e divorzi.

Come in un caso a Bologna, dove un ragazzo di 13 anni, dopo la separazione dei genitori, ha iniziato a manifestare comportamenti aggressivi, ispirandosi alle dinamiche dei videogiochi. Il minore aveva reagito anche con frasi violente e aggressive ai divieti del padre che aveva provato a togliergli il cellulare. Così il Tribunale ordinario di Bologna, con decreto del 7 luglio 2022, ha affidato a una Ctu medico-psichiatrica la valutazione del minore, escludendo la necessità di terapie farmacologiche ma prescrivendo un percorso psicoterapeutico intensivo.

Analogamente, il Tribunale per i minorenni di Taranto ha affrontato, con ordinanza del gennaio scorso, il caso di una ragazza di 16 anni che, dopo la separazione dei genitori e il trasferimento della madre, aveva sviluppato disturbi del sonno e dipendenza da internet, spingendo i giudici a disporre l’intervento dei servizi sociali.

Questi precedenti mostrano una crescente attenzione della giustizia verso il problema della dipendenza digitale tra i minori, con misure sempre più incisive per tutelare la loro salute mentale e favorire il recupero.

Fonte: Ilsole24ore

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