Crisi del matrimonio

APS/ febbraio 19, 2011/ Angolo dell'Avvocato/ 0 comments

Il matrimonio sembra che non sia più di moda, infatti stando agli ultimi dati statistici sono sempre più le coppie che decidono di convivere piuttosto che sposarsi, sia esso con rito civile o con rito concordatario. Ciò è dovuto anche ad un aumento notevole delle separazioni, per ogni mille matrimoni ben trecento finiscono in lite con l’udienza innanzi al Giudice per la separazione. Con una differenzazione regionale, al Nord l’unità familiare si frantuma più che al Sud. Il Piemonte con la Valle d’Aosta è la regione che fa registrare il tasso maggiore di crisi con 418 istanze di separazione ogni mille nozze; mentre i più fedeli risiedono in Basilicata (138 domande ogni mille matrimoni). In Campania il matrimonio regge ancora, infatti sono solo 189 le richieste di separazione ogni mille.

Nonostante ci si sposi sempre più tardi (35 anni per lui e 31 per lei), sono in aumento le coppie che preferiscono la convivenza al matrimonio, ormai solo 6 su 10 si sposano; venti anni fà erano 9 su 10 che recitavano il famoso “SI”, sia esso in Chiesa o in Comune. In questo caso il 60% di convivenza poi termina con il matrimonio. Sono cambiati i costumi di una società che non è più abituata al sacrificio, la separazione sembra l’unico rimedio di una fattispecie già nata male. Le donne sembrano non aver più paura a separarsi, hanno maggiore indipendenza economica rispetto al passato e meno timore di affrontare la vita senza un compagno.

Tuttavia nonostante la crisi in Italia le coppie hanno iniziato a separarsi più tardi rispetto al resto d’Europa, il matrimonio è ancora una meta, mentre nel Nord-Europa si preferisce di più la convivenza. Inoltre minore è l’età in ci si sposa e maggiore è la possibilità di separazione, nei matrimoni in cui i coniugi hanno meno di 25 anni la conclusione arriva nei primi tre anni di rapporto per il 35% dei casi. Mettere fine a un matrimonio, però, non è mai facile. Ci vogliono quattro anni per divorziare, se i coniugi sono d’accordo, che diventano sette se l’intesa non c’è e il percorso diventa giudiziale. Comunque la separazione non porta felicità, certamente non dal punto di vista economico, basti pensare ai nuovi poveri costituiti dai genitori separati (in maggioranza uomini), che tra mantenimento al coniuge ed ai figli, nuova casa e vitto, agli stessi rimane ben poco per poter vivere come in costanza di matrimonio.

Per questo motivo, nelle famiglie a basso reddito rimane in vita la convivenza ma non il matrimonio, perché nessuno dei due può permettersi un’abitazione alternativa. In ogni caso la crisi del matrimonio comporta anche un alto costo sociale per il Paese, infatti sono sempre più numerosi gli interventi dei servizi sociali dei comuni o delle ASL territoriali per la salvaguardia sia della stessa coppia e sia principalmente dei figli, nella maggioranza dei casi minori di 18 anni. Infine un nuovo fenomeno si sta ampliando e riguarda le separazioni dei nonni, infatti il rapporto di coniugio non più vivo già da molti anni rimaneva in vita solo per amore dei figli, ma quando questi mettono su famiglia, allora la coppia di nonni scoppia.

Per concludere ci sono anche le belle notizie di coniugi che festeggiano 50 anni di matrimonio, però oggi vi è meno responsabilità di un tempo, per cui sarebbe opportuno che prima di affrontare il grande passo i fidanzati valutassero attentamente i vantaggi e le difficoltà di questa grande avventura.

Avv. Corrado Spina

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