La funzione compensativa dell’assegno divorzile

APS/ luglio 18, 2024/ Angolo dell'Avvocato/ 0 comments

Corte d’Appello di Bologna 23 aprile 2024 n. 996

Con la sentenza in esame la Corte d’Appello di Bologna ha tracciato precisi parametri di diritto per determinare l’esistenza del diritto all’assegno divorzile.

La vertenza vedeva un nostro associato proporre appello contro la decisione del Tribunale di Bologna che lo aveva onerato di corrispondere alla ex moglie un assegno per il suo mantenimento, pur avendo la medesima un reddito di poco inferiore a quello del marito.

Il giudice di primo grado aveva infatti basato la propria decisione tenendo conto della lunga durata del matrimonio e della differenza di reddito esistente tra le parti, deducendo dalla stessa una minore progressione di carriera della moglie avvenuta, presuntivamente, a causa dei sacrifici posti in essere dalla medesima per la cura della prole.

Nella decisione con la quale l’assegno viene revocato la Corte precisa che il giudice di merito non ha correttamente applicato i principi affermati in materia della giurisprudenza della Cassazione, in quanto la prova di aver sacrificato la propria carriera in favore della cura e della crescita dei figli non può essere data in via presuntiva, ma deve essere fornita in concreto; onerato di detta prova è il coniuge che richiede l’assegno.

In mancanza di tale accertamento non sarà dunque possibile riconoscere un contributo al mantenimento dell’ex coniuge.

 

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