Telemaco e Ulisse
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TELEMACO E ULISSE Figlio di Ulisse e Penelope, secondo una versione della leggenda, Telemaco nacque il giorno incui Ulisse partì per la guerra di Troia e per 20 anni lo cercò. Bramò a tal punto il suo rientro da confessare: “Se quello che i mortali desiderano, potesse avverarsi, per prima cosa vorrei il ritorno del padre”.Del ruolo dei padri nel percorso di crescita dei propri figli parliamo con la dottoressa Chiara Soverini, psicologa clinica ed esperta in psicologia giuridica e forense.
I primi 4 libri dell’Odissea narrano del viaggio di Telemaco verso le corti di Menelao (Sparta) e Nestore (Pilo), alla ricerca del padre. Semplificando: da tempo immemore (l’Odissea è comunemente fatta risalire all’800-700 a.C.) il figlio cerca il padre. E Ulisse (il padre)? Secondo quello che è il modello familiare classico una certa rilevanza nei processi di accudimento e di attaccamento dell’infante è attribuita alla madre, mentre la figura paterna rimarrebbe sullo sfondo a garantire i rapporti con l’esterno, il sostentamento economico, dispensatore di norme e di autorità indiscutibili.
Dottoressa Soverini è proprio così?
Diciamo che rispetto a un tempo la figura paterna è stata molto rivalutata, nel senso che oggi si guarda al padre non più solo come a colui che provvede al sostentamento, ossia ai bisogni primari materiali dei propri figli, ma come ad una figura che si occupa dell’accudimento anche sotto il profilo emotivo del bambino, ruolo un tempo riconosciuto come esclusivo della madre.
Rispetto all’educazione dei figli quali sono i compiti specifici del padre?
Le regole che il bambino deve rispettare, i limiti che non deve oltrepassare, sono competenza del padre che ha, oggi, una significativa relazione emotiva e affettiva col proprio figlio. Questo è sempre stato peculiare della figura paterna che è quindi una presenza con funzione normativa positiva, ossia dispensatrice di regole e limiti ma, al contempo, persona interessata, comprensiva, comunicativa, disponibile, che funge da guida nello sviluppo del bambino.
Indifferentemente se si è padre di un figlio maschio o di una figlia femmina?
Per il maschio il padre è colui nel quale identificarsi, anche sessualmente. È un modello, è la persona che lo inizia al mondo degli uomini ed è anche il rappresentante della società. Ma è, contemporaneamente, una figura di conflittualità, perché suo è il compito di rompere il rapporto simbiotico che, biologicamente e fisiologicamente, il figlio intesse con la madre, provocandone il definitivo distacco. Non di meno il suo ruolo è fondamentale nella crescita della femmina in quanto, a prescindere dalla distanza che può esserci con la bambina, la ragazza e, poi, la donna, la presenza del papà dà l’imprinting ai futuri rapporti della figlia con gli altri uomini che avrà ad incontrare: parenti, professori, fidanzati, mariti, amici. Sul rapporto col padre é fondata buona parte dell’autostima che la figlia avrà verso se stessa nel corso di tutta la vita. Oggi alla famiglia patriarcale si è sostituita quella allargata, in virtù di separazioni e divorzi, in sostanza all’ordine del giorno.
Cosa accade quando il padre esce dalla casa? Come può il suo ruolo proseguire a vantaggio dei figli?
Il grande danno, lo chiamo io. Quando un bambino ‘subisce’ una separazione in età molto precoce, diciamo dopo il terzo anno di vita, essendo fino a quell’età riconosciuta una certa prevalenza del ruolo materno, è il suo legame con la figura paterna a soffrirne di più. Il padre separato che non riesce a garantire non solo una presenza fisica, ma anche affettiva, in maniera continuativa, è esso stesso in sofferenza. Il problema principale è che la fase simbiotica che esiste tra bambino e madre, in assenza del padre fatica a ‘rompersi’. A fornire al bambino l’elemento esterno che gli consentirà di sperimentare l’altro, e di crearsi così una propria personalità concreta e separata dalla madre, deve provvedere il padre, e se il padre non c’è… Dottoressa Soverini, esiste “l’istinto paterno”? Non è possibile parlare di pulsione biologica e fisiologica come è per la madre ma, sicuramente, esiste una grandissima volontà e disponibilità di approcciarsi e di sentire la paternità non solo dal punto di vista della prosecuzione della specie, ma come assunzione di responsabilità. In sostanza, oggi, molti papà hanno la volontà di rivestire un ruolo attivo, di mettersi in gioco nel processo evolutivo dei propri figli. Questo aspetto non viene valorizzato abbastanza, la figura del cosiddetto “mammo”, ad esempio, trovo sia un’espressione terribile, perché relega il padre ancora una volta ad un ruolo secondario rispetto a quello materno. Non è meno importante, invece. Le personalità che si formano in assenza del padre sono chiara estimonianza della centralità di questa figura.
Quindi è vero, come afferma Claudio Risè nel suo “Maschio selvatico”, che l’uomo che ha avuto un padre assente tende ad essere un eterno fanciullo con difficoltà a confrontarsi con il tempo, e quindi con il mondo, con la realtà dei conti da pagare e dei figli che crescono?
Diciamo che sarebbe opportuno che a funzionare fosse la triade madre-bambino-padre piuttosto che il prodursi di relazioni biunivoche madre-bambino, padre-bambino. In ogni caso non è a un ruolo d’appendice che si deve pensare, ma ad una figura centrale, nel caso del padre.
E le madri separate costrette a diventare un po’ papà?
Oggi la responsabilità di un figlio è generalmente condivisa da entrambi i genitori proprio perché si è avuta una rivalutazione sia culturale sia pedagogica dei due ruoli, che si completano a vicenda, ma occorre comunque prestare molta attenzione al processo di identificazione e alla chiarezza dei confini e delle regole concordati tra i due. Come abbiamo detto, il padre deve inserirsi tra madre e bambino quasi a sollecitare una presenza del mondo che sta al di fuori della loro relazione. Insomma, l’importante passaggio dall’interazione a due all’interazione a tre deve essere considerato come un fenomeno molto precoce. La madre, invece, è colei che si dedica al figlio, che gli insegna ad amare, attenuandone le angosce, profondendo sostegno e benessere. Ci sono ruoli interscambiabili, poiché madri e padri lavorano entrambe e quindi la collaborazione tra i due soggetti nello svolgimento della funzione genitoriale è necessaria, ma ci sono anche ruoli che nella loro complementarietà devono rimanere assolutamente o del padre o della madre. Il rischio è la perdita di identità agli occhi del figlio.
La figura paterna nell’adolescenza?
È evidente che, se non si è accompagnato, anno dopo anno, nel suo percorso di crescita, il figlio adolescente vivrà il padre come un’ingerenza, come una figura punitiva, come un tiranno che dispensa regole senza averle prima fatte comprendere nei tempi e nei modi dovuti. Gli adolescenti che nell’infanzia abbiano dovuto fare i conti con l’assenza del padre possono, quindi, non riconoscere l’autorità, il mondo delle regole e mostrare una totale mancanza del senso del dovere. Al contrario, se il rapporto è stato coltivato ed è cresciuto seguendo le corrette dinamiche, anche nell’adolescenza l’apporto del padre sarà di vitale importanza. Non dobbiamo però scordare che il ragazzo adolescenze rivendica un’autonomia mai cercata prima, egli tende a preferire il gruppo, a distaccarsi dalla casa e dalla famiglia. Per quanto possa sembrare rifiutare il padre, e la madre, l’adolescente, oltremodo spaventato da questa sua nuova condizione esistenziale, cercherà, contemporaneamente, la rassicurazione di un luogo conosciuto quale l’ambito familiare.
Il padre e il figlio-uomo?
Torniamo sempre lì. Tutto si riconduce all’infanzia e al rapporto instaurato dal padre col figlio che, divenuto adulto,sarà tanto più uomo responsabile e genitore capace quanto più avrà goduto della presenza del padre. Se il padre avrà aiutato il bambino a diventare un adulto responsabile, indirizzandolo alla vita di comunità, ossia se sarà stato un padre che si è assunto il carico delle proprie responsabilità, allora potrà tra i due continuare ad esistere un rapporto in cui il figlio-uomo riconosce al padre, seppur secondo una dinamica ‘adulta’, un ruolo di condivisione e complicità. Egli continuerà a vederlo come un referente autorevole, poiché lo avrà riconosciuto come tale fino dall’infanzia.
Esiste la ricetta per essere un padre perfetto?
Per carità, la perfezione…! Diciamo piuttosto che bisogna essere presenti, saper ascoltare e coltivare il momento del gioco come uno strumento validissimo di comprensione pratica ed emotiva del proprio figlio. Attenzione però, le modalità di approccio non devono essere in ritardo rispetto alle esigenze del figlio. Il gioco, il linguaggio, l’atteggiamento devono corrispondere alle differenti età. Capita che padri separati, che vedono i figli secondo calendari stabiliti, mancando nella quotidianità si trovino all’improvviso di fronte a un essere sconosciuto, repentinamente mutato, e allora commettono errori d’approccio che possono generare difficoltà ulteriori in un rapporto già minato da una condizione non ottimale. Ascolto e grande attenzione, è la chiave che può aprire tutte le porte.
Possiamo concludere che si assiste al chiaro riaffermarsi di una funzione paterna che sappia sostenere l’adeguamento alle norme, guidare il confronto con la realtà e trasformare l’aggressività in chiave progettuale: tutti compiti che, proprio per la sua particolare configurazione e natura psicologica, l’uomo-padre può svolgere con maggiore facilità. Perché i propri figli non debbano struggersi o addolorarsi della sua assenza arrivando ad affermare come Telemaco: “Se quello che i mortali desiderano, potesse avverarsi, per prima cosa vorrei il ritorno del padre”, il padre non abbia paura e trovi il coraggio di esserci e di essere semplicemente… padre! Lorella Monchi
Come ci può comportare di fronte ad una mamma (se così si può chiamare) che vuole impedire a tutti i costi che un padre abbia un rapporto con i suoi figli!!!!!!!!!!!!
Sono una mamma separata con una figlia che da due anni vive una relazione stabile con un uomo anche lui separato con due figli maschi di 9 e 12 anni. Non pensavo che nella mia vita avrei visto una mamma del genere (la sua ex moglie naturalmente). Non perde occasione per parlare male di lui con i bambini, (vari epiteti da barbone a idiota e quant’altro), si permette di decidere vacanze togliendo giorni che spetterebbero al padre senza consultarlo (ma parlandone subito con i bambini)nonostante una sentenza che prevede una divisione equa delle stesse; si permette di andare in vacanza sul Mar Rosso a festeggiare i suoi 40 anni, a quel punto il padre idiota va bene per tenere i figli, fa sapere la data di partenza esatta ad una settimana dalla partenza (la settimana prima delle vacanze pasquali dei bambini)non permettendo di organizzare qualcosa da parte nostra e impedendo psicologicamente di organizzare la settimana dopo durante le vacanze di Pasqua dicendo ai bambini che al suo ritorno avrebbe voluto vederli, dopo consulto con avvocato il mio compagno decide di partire alla volta di Venezia dove io ho un fratello che ci può ospitare così risolviamo il problema della prenotazione. Premetto che per fare questo i bambini hanno perso due giorni di scuola (la maestra del piccolo era stata consultata ed aveva dato il suo benestare, entrambi i bambini sono bravissimi e non hanno mai perso giorni di scuola): la “signora” dal mar rosso naturalmente non è d’accordo e minaccia ritorsioni al suo ritorno. Noi, dopo ulteriore consulto con avv partiamo il mercoledi pomeriggio e torniamo la domenica per far sì che i bambini possano vedere la mamma al ritorno dalla vacanza; settimana dopo Pasqua, la sentenza prevede che i bambini stiano dal giovedì alla domenica con il papà, lei senza mezzi termini dice che le vacanze di Pasqua sono state anticipate andando a Venezia e che i bambinbi non avrebbe dato i bambinbi ad eccezione del solo pomeriggio come di un normale giorno feriale e del giorno di Pasqua; il mio compagno in accordo con avv manda telegrammi annunciano che come da sentenza andrà a prendere i bambini il giorno indicato, riceve insulti e urla in risposta, il giorno fatidico nessuno risponde al citofono di casa, va a cercarli dai nonni ma non li trova, scopre il giorno dopo dai bambini in lacrime che erano a casa e che la mamma aveva staccato il citofono…..questo è solo uno degli innumerevoli episodi che sto vivendo. La cosa triste e che mi fa rabbia è che per vendetta verso l’ex marito su usano i figli e non ci si rende conto che si fa del male solo a loro che sono in balia………..
Grazie Daniela
io mantengo i miei figli in altro domicilio con lei .lei sta in casa e vede l’altro gli pago casa,
mangiare avvocato macchina assicurazione multe ecc.. ed io pago l’atro per abbonirsi i miei figli gli compra bici,gelati, li porta a divertirsi, io devo vendere casa e pagare nel frattempo il mutuo,lavorare per il loro mantenimento e loro si divertono con i miei figli
cosa pensate che io farò? chi e bravo mi rispondaì grazie
Ciao Salvatore,1 punto siete in separazione ho comunione dei beni?Punto 2 i figli tu comportati da padre non trascurarli dai il mantenimento.Per il resto multe assicurazione la macchina a chi è intestatata alla ex paghi tutto lei,comincia a tagliare il superfluo.Ritornando al primo punto se siete in comunione dei beni non puoi far nulla chiedi consiglio ad un legale,diversamente separazione dei beni quello che è tuo e tuo,alla ex fai fare le valige e via la mantenga chi vive con lei fatti furbo Salvatore un ciao da Michele B.
Ciao, a differenza vostra io sono una madre divorziata con un padre che durante il periodo di separazione non vedeva il figlio. ed io continuavo a litigare perchè lui si rendesse disponibile per le visite con il figlio, perchè era importante che vedesse il figlio.
Il figlio ha sempre sofferto la mancanza del padre.
Il padre non ha mai provveduto al mentenimento del figlio, ma pretendeva che il figlio vestisse con abiti firmati quando incontrava il padre.
Dal 2010 il padre ha chiesto il divorzio e da allora ogni tanto telefona al figlio, ma soprattutto sono già 20 mesi che mio figlio non vede il padre.
E credetemi per me è difficile sostenere mio figlio che si sente abbandonato e rifiutato dal padre.
E purtroppo non esiste una legge, che tuteli i diritti affettivi ed economici del bambino che adesso ha 10 anni.
Rivolto a chi può darmi un suggerimento.
Sono uno dei tanti uomini che è stato letteralmente mandato a quel paese dopo ventidue anni di matrimonio, che ha visto sua moglie assumere un comportamento spavaldo e sprezzante sino a perdere qualunque forma di rispetto nei miei confronti sino a rendersi persino inriconoscibile ai miei occhi. Tanto che a più riprese mi sono chiesto, ma chi è questa donna? Ogni tentativo di risanare un matrimonio dal quale sono nate due creature bellissime, per fortuna oggi grandicelli, non è servito a nulla se non a renderla peggiore di quanto già non fosse diventata. Subito dopo il mio allontanamento dalla casa coniugale è fiorito un altro uomo proposto ai nostri figli, ai parenti ed agli amici come un inquilino, perchè contribuiva, a suo dire, alle spese domestiche, premetto che il mio contributo alle così dette spese domestiche, extra esclusi, è di circa mille euro al mese. Gli argomenti a sostegno della sceltà dell’inquilino sono state anche altre, quali la vicinanza al lavoro, che poi ha cambiato ecc.. Anch’ io ho avuto la fortuna di rincontrare dopo circa trent’anni una donna con la quale da giovani avevamo avuto una breve, ma entusismante storia. Tra noi tutto è ripreso da dove ci eravamo lasciati. Il Probblema è che da oltre un anno la mia ex moglie si è molto risentità del fatto che io frequento un’ altra donna visto che il suo è solo un inquilino. Quindi tra minacce, insulti, pedinamenti, mail e la costante accusa di trascurae i miei due figli che ovviamente amo di un’amore che ogni altro genitore separato può comprendere anche in assenza di ulteriori aggettivi. Di recente mi è stata anche volutamente danneggiata la macchina.
In precedenza l’avvocato mi aveva sempre detto lasci stare tanto si calma, che vuole fare? Ovviamente un simile comportamento nuoce al rapporto mio con l’altra donna la quale sostiene : ” non è possibile che legalmente non si possa fare nulla”. Rivolgersi ad altro avvocato? Ad onor del vero è corretto dire che la mia ex moglie per il tramite di amici e persino dei miei figli abbia manifestato il desiderio di ritornare insieme, ma io non ho accettato. La mia storia, non meno di quelli di tanti altri, è lunga e sarebbe persino spiacevole scriverla nella sua comlettezza richiederebbe un tempo lungo. Vi chiedo un consiglio e sono grato, sin da ora, a chiunque. Cordialità.
Sandro.
sono stato consigliato alla fine di febbraio prima dell’udienza con il giudice da entrambi gli avvocati di trovare una sistemazione presso amici e parente per un breve periodo. il giudice ha stabilito che la casa con l’arredamento veniva assegnata alla madre premetto che la mia casa aveva 2 ingressi e’ di propieta’ mia e della mia ex moglie. l’assegno di mantenimento e’ di 300 euro piu’ le spese premetto che la mia busta paga e’ di circa 1000 euro riesco a vedere i miei figli ogni 15 giorni quando mia madre me lo concede a casa propria. entro il 6 di maggio devo incontrarmi con lo psicologo ctu vorrei uno psicologo capace di parte.. le mie finanze sono quelle che sono vivo nel disagio piu totale mi e’ stato portato via tutto ho abbandonato la mia abitazione con 200 euro in tasca.. entro fine mese dovrei trovarlo vi prego abito a firenze scandicci aiutatemi chiamatemi e vi faro’ mettere in contatto con il mio avvocato mi sono stati chiesti circa 2000 euro per uno psicologo di parte vorrei poter rivedere i miei figli con piu’ frequenza ma non avendo piu’ un’abitazione propria anche se mi e’ stato concesso di vederli 2 volte la settimana senza una casa la vedo dura ho fatto la proposta di tenerli nella mia abitazione di propieta’ ma mi sento ripetere di trovarmi una casa in affitto non ho mezzi per muovermi il mio numero 3687460360
Ciao a tutti, io per fortuna non mi sono mai sposato,la mia ex 23enne mi ha lasciato per un altro con cui ha fatto un bambino.Fin qui ci può stare ma la cosa che mi fà rabbia e che lei ce l’ha con me ,nonostante gli passo il mantenimento e gli lascio vivere la sua vita in tranquillità, parlando in modo indisponente nei miei confronti facendomi vedere mio figlio con il contagocce.Premetto che io e mio figlio di 3 anni ci amiamo alla follia(cosa che ha sempre infastidito lei perchè mio figlio aveva e ha un amore spassionato e palesemente morboso nei miei confronti visto che all’epoca ero fuori perchè stavo finendo gli studi) ma la sua mamma fa di tutto per tenerci lontano dandoci il contentino, facendoci vedere giusto qualche ora ogni 2 giorni a settimana se ci va bene . Quando ci sentiamo al telefono mio figlio mi ripete in maniera ripetitiva “papà vieni a prendermi”tutto ciò piangendo aggiungendo “io non voglio andare da nonno gino(padre materno) voglio andare da nonno antonio(mio padre)” e lei dice sempre che non possono perchè lei ha da fare e il bambino deve andare con lei.Questo mi preoccupa perchè non vorrei che possa creare a lungo andare un qualche disturbo mentale in Lui. Valutando la situazione familiare e sopratutto lavorativa mi sono allontanato di circa 300km per compensare la seconda ma quello che mi preoccupa è come risolvere il rapporto con mio figlio avendo sua mamma sempre pronta a metterci i bastoni tra le ruote. Io non l’ho abbandonato mi sono spostato per lavoro e voglio che mio figlio soffra meno la mia mancanza e vorrei tanto che la madre non influisca negativamente sulla crescita di nostro figlio visto che quando nacque fu colpita da crisi post parto(arrivò addirittura a tagliarsi le vene). Posso supporre che il suo comportamento negativo sia molto influenzato da ciò che sua madre(ex suocera) ripeteva a me o a i miei o a chi si trovava davanti, affrontando l’argomento figli, che lei un secondo figlio non lo voleva(la madre di mio figlio) arrivando al punto tale da rifiutarla,non mangiando più ripetendo “mi ha prosciugato non la volevo più” e elogiando a discapito della figlia il primogenito maschio ,il suo preferito. Sto facendo di tutto per trovare un lavoro nel paese dove vive mio figlio ma mi chiedo come si fà a fare il padre quando c’è una madre che fa di tutto per ostacolarti e non riesce a eliminare gli attriti nei miei confronti nonostante lei ha deciso di andare a vivere con un altro e farci un figlio?non capisco perchè ha tanto odio nei miei confronti. Legalmente che si potrebbe fare? perchè vorrei esaudire il desiderio di mio figlio” papà voglio stare insieme tutta la vita” e quando ti dice cosi come non fai a piangere e a pensarle tutte per far si che ciò avvenga,anche se io rispetto il suo ruolo di madre e non voglio assolutamente portarglielo via. Aiutatemi